16 Set Mercurio, é il tuo turno!
Poco si parla del pianeta Mercurio, difficile essere competitivi con i giganti Giove e Saturno! E’ il più piccolo del Sistema Solare, persino più piccolo di Ganimede e Titano (i satelliti di Giove) ed il più vicino al Sole (uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! 😉 ) Ciò lo rende davvero poco osservabile dalla Terra, la luminosità solare ne impedisce l’osservazione che risulta limitata a pochi periodi dell’anno (dopo il tramonto attorno all’equinozio di primavera per l’emisfero boreale e prima dell’alba attorno all’equinozio di autunno per l’emisfero australe), in occasione delle eclissi totali e durante i transiti (il prossimo, 11 novembre 2019).
Transito di Mercurio (grande come un granello di pepe..) sul Sole in uno scatto di Lorenzo Sestini
Studiato fin dall’antichità come testimoniano le osservazioni degli Assiri prima e dei Babilonesi poi, seguiti da Egizi e Greci fino alle nuove scoperte in epoca scientifica di Galileo Galilei e Giuseppe Colombo, il geoide Mercurio ha nel suo piccolo (molto piccolo!) delle caratteristiche interessanti alcune persino da record:
- privo di satelliti ed anelli;
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una atmosfera composta da pochi gas e una bassa densità;
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una notevole escursione termica sul pianeta, la più elevata del Sistema Solare: 600 K nelle zone equatoriali (pari a 326°C) e 90 K (-183,15°C) nelle zone in ombra;
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un nucleo composto da un contenuto in ferro superiore a quella di qualsiasi altro grande pianeta del Sistema Solare;
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un campo magnetico stabile e sufficientemente forte;
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una superficie craterizzata per l’impatto di numerosi asteroidi
Decisamente inospitale. Ma é proprio per questo che l’ESA ci porterà, con una missione che partirà a metà ottobre di quest’anno (19 ottobre, al momento della stesura di questo articolo), alla scoperta e studio di questo pianeta roccioso per valutarne l’origine, l’evoluzione e il moto. La maggior parte delle precedenti missioni interplanetarie dell’ESA sono state rivolte a parti relativamente fredde del Sistema Solare e questa sarà la prima esperienza dell’Agenzia di inviare una sonda planetaria vicino al Sole. La missione sarà particolarmente impegnativa poiché a causa dell’orbita di Mercurio l’enorme gravità del Sole rappresenterà una sfida nel collocare la sonda in un’orbita stabile. La missione BepiColombo , così chiamata in onore dello scienziato italiano Giuseppe “Bepi” Colombo che aveva scoperto l’accoppiamento tra rivoluzione e rotazione di Mercurio (tre rotazioni intorno al proprio asse ogni due rivoluzioni intorno al Sole), analizzerà le caratteristiche fisiche del pianeta, la sua mineralogia, indagherà sulla sua esosfera, sull’origine del campo magnetico. Sarà composta da due sonde distinte, il Mercury Planetary Orbiter (MPO), che trasporterà gli strumenti destinati allo studio della superficie e della composizione interna del pianeta, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO), che trasporterà gli strumenti dedicati allo studio della magnetosfera del pianeta. In origine era prevista la presenza di un lander (un po’ come nella Missione Rosetta) ma i costi elevati ne hanno decretato l’esclusione. Un razzo Ariane 5 provvederà al lancio delle sonde che, dopo un viaggio di oltre 7 anni giungeranno nell’orbita di Mercurio per la fine del 2025. Dovremo quindi attendere un po’ prima di avere notizie approfondite su Mercurio ma l’attesa sarà un po’ meno pesante grazie alle varie fasi della missione che l’ESA renderà sotto forma di cartoon, come già sperimentato con successo con la Missione Rosetta. Dopodiché il triste primato di “pianeta meno studiato del Sistema Solare” sarà un ricordo.
Roberta Gori
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