17 Apr I crateri della Luna
Ad una osservazione un po’ frettolosa, magari durante la fase di massima abbagliante luminosità, la superficie del nostro satellite potrebbe apparire come di porcellana.
Ma, oltre che con un telescopio basico anche con un occhio ben allenato e in un periodo osservativo più favorevole, la sua superficie appare in realtà ricca di catene montuose, pianure, mari (ma non di acqua ! 😉 ) e … crateri: una immensa e vasta landa di crateri di ogni dimensione.
Ma cosa sono i crateri lunari?
Dal punto di vista prettamente topografico potremmo definirli come delle depressioni di forma circolare presenti causati principalmente dall’impatto di meteoriti, asteroidi e comete con il nostro satellite il quale risulta privo di una atmosfera protettiva a fare da scudo.
La maggior parte dei crateri lunari si è formata durante i primi miliardi di anni della storia della Luna, quando l’attività nel Sistema Solare in formazione era più intensa e dinamica. Con il passare del tempo ed il raffreddamento della crosta in formazione, gli impatti lunari sono risultati più evidenti scavando bacini, crateri e accumulando detriti. La mancanza di una atmosfera e di processi erosivi (come vento o acqua) nonché tettonici in grado di plasmare la superficie hanno consentito a queste strutture di rimanere intatte fino ad oggi e per un tempo indefinito.
La dimensione dei crateri é estremamente variabile: si passa da poche decine di metri fino a centinaia di chilometri di diametro.
La loro struttura é generalmente circolare; presentano: un bordo di detriti formato dai materiali presenti nella zona di impatto ed espulsi verso l’esterno; un fondo, il punto di massima profondità del cratere; un picco centrale che si forma talvolta quando il materiale rilasciato dall’impatto si accumula al centro del cratere creando una struttura simile ad una montagnola o una cresta. Le pareti possono essere più o meno inclinate, ripide o terrazzate a seconda della composizione del terreno nel luogo di impatto e della natura e dimensioni dell’oggetto impattante.
Dettaglio dei crateri denominati Erodoto (diam. 35 km) ed Aristarco (diam. 40 km) in una foto effettuata dall’Osservatorio ZeroSpreco
Anche la loro profondità é influenzata da questi parametri e si spazia da circa 10-20 metri fino a superare i 4-5 chilometri.
Tra i più iconici e i più osservati da astrofili amatori e non, ricordiamo:
– Tycho, che si colloca a sud nella faccia visibile: con i suoi 85 km di diametro ed una profondità ci circa 5 km. Ben visibile e riconoscibile per i caratteristici segni a raggiera.
– Copernicus, visibile a nord-est rispetto al centro della faccia visibile: 93 km di diametro e 3,8 km di profondità ed una raggiera di 800 km
– Kepler, collocato vicino al cratere precedente, solo un po’ più ad est: 32 km di diametro e 3,5 di profondità
Tuttavia esistono anche esempi eccezionali di crateri record e il primato spetta quasi sicuramente al cratere denominato Bacino Polo Sud-Aitken, situato nella faccia nascosta della Luna, con un diametro di 2500 km e una profondità di 13 km
Stabilirne il numero totale non é semplice: studi dettagliati delle immagini della superficie lunare ottenute durante le missioni spaziali hanno contribuito a catalogare e mappare ed aggiornare la cartografia di molti di questi crateri, ma il loro conteggio totale rimane comunque una stima approssimativa.
Sebbene gli impatti da corpi celesti si siano susseguiti nei tempi successivi, la loro frequenza é diminuita notevolmente e tutt’oggi la Luna è ancora colpita da meteoriti seppur raramente.
Le esplorazioni e le numerose missioni spaziali sia umane che robotiche hanno esaminato numerosi crateri e raccolto campioni: il loro studio consente di comprendere meglio la composizione e la storia geologica della Luna nonché di raccogliere informazioni sia sull’impatto degli eventi che hanno modellato la sua superficie e, per estensione, sui corpi celesti del Sistema Solare.
Possiamo anche parlare di crateri da impatto non naturali, ossia prodotti dall’uomo: l’orbiter della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) destinato allo studio della Luna ha individuato nei mesi scorsi il piccolo cratere da impatto (10 metri di diametro) formato dallo schianto al suolo dal lander russo Luna-25 a causa del fallimento di una manovra orbitale.
Non c’é pace per la povera Luna! 🙁
Foto di copertina: Valeria Mori
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