Gruppo Astrofili Arezzo | L’AMMASSO DELLA CIVETTA – NGC457
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L’AMMASSO DELLA CIVETTA – NGC457

Nel cielo stellato si possono osservare molti oggetti, stelle, pianeti, ammassi globulari, ammassi aperti e addirittura galassie, basta avere pazienza nella ricerca, passione e la strumentazione adatta ogni volta. Tra gli oggetti interessanti che preferisco ce n’è uno nella Costellazione di Cassiopea: l’Ammasso della Civetta o NGC457, il numero con cui è stato inserito nel New General Catalogue.

La posizione di NGC457 nella costellazione di Cassiopea – Image Credit: NASA Apod

La civetta è un animale molto amato nella mitologia greca e latina, in quanto era il preferito dalla Dea Atena (o Minerva per i Latini). Nella civetta gli occhi e il becco seguono la linea della lettera Phi dell’alfabeto greco e veniva utilizzato per indicare le discipline filosofiche, accomunando armonia, bellezza e amore per la conoscenza e per la ricerca in senso lato. Così nella mitologia si riteneva che la civetta fosse simbolo di saggezza, sapienza e intelligenza, riuscendo con il suo sguardo acuto a penetrare il buio delle tenebre e portare la luce della conoscenza.

Tetradracma di Atene raffigurante la Civetta di Atena – V Sec a.C. – Image Credit: Classical Numismatic Group – Wikipiedia

Tuttavia l’Ammasso della Civetta non è un oggetto del profondo cielo legato alla mitologia, perché fu scoperto nel 1787 da William Herschel che lo descrisse come un gruppo di stelle “… sia luminose che deboli, piuttosto ricco…”. È un ammasso aperto già visibile con un binocolo 10X50, o meglio se è 15×80, mentre è perfettamente osservabile con un telescopio da 150mm. Questo ammasso è piuttosto giovane, con un’età stimata di circa 21 milioni di anni, fisicamente composto da più di 100 stelle e piuttosto luminoso. Dista dal Sole circa 8000 anni luce e la sua forma leggermente triangolare lo ha reso noto con questo nome. Al suo interno ha due stelle di sesta magnitudine (di cui una è Phi Cassiopeiae) che formano gli occhi, dai quali poi parte una concatenazione di astri che ricordano le ali di un uccello in volo.

Le stelle che compongono l’Ammasso della Civetta – Image Credit: Wikipedia – Henryk Kowalewski

Gli astri che formano gli occhi sono così brillanti da sembrare diamanti, ma in realtà sono stelle molto più vicine a noi rispetto alle altre e fanno parte dell’ammasso solo in maniera prospettica. Grazie alla fantasia umana e allo spirito di osservazione, questo ammasso è stato battezzato nel tempo anche con altri nomi come “Ammasso Libellula” e addirittura più recentemente “Ammasso E.T.”, perché appunto ricorda il simpatico Extraterrestre dell’omonimo film.

Purtroppo con l’illuminazione moderna che ci “cancella” gran parte delle stelle, abbiamo perso un po’ la curiosità e l’interesse ad alzare gli occhi per conoscere il cielo, grazie al quale invece i nostri avi hanno scoperto lo scandire del tempo e hanno formato le basi delle conoscenze dell’astronomia che si sono poi evolute fino a noi.

Qui sotto trovate un semplice disegno di come ce la potremmo immaginare.

Adesso non resta che cedere anche noi alla curiosità e cercare i suoi occhi e le sue ali nel cielo, accanto a Cassiopea.

Cristina Graverini

Cristina Graverini
criedan@inwind.it
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